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Lo studio dimostra come l'esenzione senza diritto alla detrazione fosse stata accettata dal legislatore degli anni '70 conscio che ciò avrebbe comportato il venir meno della neutralità dell'imposta determinando il fenomeno dell'"IVA occulta". Era però chiara la consapevolezza che l'esenzione avrebbe rappresentato un "beneficio" a favore di comparti socialmente meritevoli dove la produzione era caratterizzata da una forte componente di lavoro, con pochi acquisti e poca tecnologia (sanità, cultura, educazione, sport). Beneficio ritenuto superiore a quello connesso all'applicazione dell'aliquota ridotta sociale. La ricerca quantitativa evidenzia in modo chiaro come una stima prudenziale del fenomeno "IVA occulta" mostri un'incidenza aggregata vicina all'aliquota sociale (in Italia il 4%) registrando però incidenze negative di gran lunga superiori a danno delle strutture tecnologicamente più avanzate e prossime al 10%. Si spiega così il diffuso desiderio di "fuggire dall'esenzione" riscontrato nei contenziosi promossi in vari paesi europei che in alcuni casi presentano tratti perfino umoristici. Il fenomeno del "technological fiscal drag" risulta inoltre in conflitto con l'obiettivo comunitario di un sistema fiscale che favorisca la "modernizzazione del modello sociale europeo".